Questa volta oso disturbare Matisse e umilmente intervengo su una sua opera per “raccontare” il mio pensiero. Ci stiamo avviando alla fine di quest’anno e come sempre, anzi più di sempre non vediamo l’ora di congedarlo e di vedere cosa porterà il nuovo, augurandoci che sarà ricco di piacevoli novità, ma gli anni non sono altro che una delle umane misure dello scorrere del tempo. Il punto non è cosa ci porterà l’anno nuovo in quanto unità di misura non toglierà e non porterà nulla, il punto è cosa porteremo noi all’anno che verrà, al mondo che verrà, quello che succede nel corso degli anni è la somma delle nostre azioni nei confronti del pianeta che ci ospita e nei confronti dei nostri compagni di viaggio. Quindi il mondo che verrà ci vedrà ancora presuntuosamente gli uni contro gli altri perché portatori di diversità che ognuno di noi ritiene le uniche degne di superiorità, ci vedrà ancora saccheggiatori di risorse e sfruttatori di altrui “realtà”, crederemo ancora che l’altro sesso ci è inferiore e di conseguenza tenteremo di imporgli il nostro punto di vista, crederemo ancora che gli “altri” sono inferiori e non hanno diritti? O indosseremo “abiti nuovi” e lavoreremo tutti insieme al mondo che verrà finendola di sperare che una unità di misura possa portare con se miracoli e correzioni al nostro egoismo? Cosa faremo per il mondo che verrà?

“il mondo che verrà” – Società (Society) – Tecnica Computer grafica – 50X75 – 2020

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