Cit: “Forse abbiamo sopravvalutato l’umanità. Da che siamo su questo mondo facciamo guerre, distruggiamo città e ponti, uccidiamo bambini. Perché li mettiamo al mondo per poi farli soffrire, per ferirli, violentarli, costringerli a lasciare case e famiglie? Guardo la televisione o lo schermo del mio computer e vedo bambini nel sotterraneo di un ospedale, piangono all’urlo delle sirene, toccano il volto di un padre attraverso il finestrino di un treno che li sta dividendo. Non lo rivedranno, non ci saranno altri Natali come quelli scorsi. Perché? E’ più importante un gasdotto, un pezzo di terra? Non c’è solo un tiranno arrogante e paranoico che attira proseliti eccitati, ci sono anche i tanti adulti neutrali che preferiscono l’indifferenza, la difesa del proprio privilegio alla salvezza dei bambini scolpiti dal terrore.
Forse quelli della mia generazione pensavano che non sarebbe accaduto ancora,, invece è più forte di noi: una parte dell’umanità è attratta dalla malvagità. Recentemente un intellettuale ha affermato che un bambino può essere felice anche in una dittatura… chissà se l’avesse potuto ascoltare Maria Montessori.
La parte distruttiva dell’uomo è il sintomo di un cinismo scellerato che si ripete come uno stupido metronomo. I nostri nonni avevano appena superato la <<Spagnola>> e presto tuonarono i cannoni di una nuova guerra globale; ora siamo passati da una pandemia a un conflitto devastante con una facilità che lascia senza parole. E i bambini sono l’emblema dell’assoluta indifferenza di molti adulti nei confronti della vita. La guerra è l’ennesima sconfitta dell’intelligenza umana: uccidere, mutilare, costringere a emigrare significa che l’odio ha, ancora una volta, vinto sulla sensibilità. I bambini ci guardano e chiedono perché. – Paolo Crepet”
