Dall’età di circa 14 anni mi dedico all’arte con personali di pittura e collettive, partecipo a concorsi ed esposizioni nazionali ed internazionali prediligo il figurativo, con escursioni in altri generi, per la pittura uso oli, acrilici e gessetti su legno o carta, per la scultura uso il legno o l’argilla da cui poi decido in che materiale formare, lavoro da foto che faccio ad amici e parenti che uso come modelli, elaborandole anche in computer grafica per la realizzazione di collage – decollage, stessa cosa faccio con immagini “rubate” alla cronaca e agli avvenimenti del mondo.
Recentemente ho aggiunto alle mie “tecniche” il decollage-mosaico la mia tavolozza di colori sono le pagine strappate da riviste d’ARTE da cui ricavo minuscole “tessere” di colore che uso per comporre le mie opere.
Per far si che l’ARTE potesse essere anche un momento di riflessione e di aiuto al prossimo ho fondato e sono presidente di una associazione artistica pro infanzia con la quale promuoviamo e facciamo arte nel nostro territorio e gli eventuali profitti derivanti da queste attività vanno in beneficenza all’infanzia in difficoltà.
L’Arte non è il mio mezzo di sostentamento, ma insieme ai miei figli e la mia famiglia sono la mia ragione di vita.
Norberto Tedesco
Arte & Cultura, premio Colantuoni, ha inaugurato la stagione delle mostre al Giffoni Film Festival e per anni le ha curate. Ed il Gff ha reso tributo all’amico troppo presto scomparso, Salvatore Colantuoni, dando il suo nome ad un premio. E sarebbe stato davvero contento l’intellettuale romano nel vedere sul podio lo svizzero-giffonese Norberto Tedesco, artista fortemente teso al sociale. L’opera premiata non ha titolo – “né mai l’avrà” – dice Tedesco che ha realizzato una particolare installazione “per comunicare le atrocità che si compiono nel mondo e in Italia a danno dei minori e della superficialità con la quale si avvicinano i minori a cosa dalle quali dovrebbero tenerli alla larga”. C’è un cavallo il costruito con elementi di recupero e sul quale l’artista ha aggiunto il “decollage” di articoli di giornale e un manichino di stoffa che rappresenta l’infanzia violata. Un mondo ormai allo sbando per sottolineare le crisi delle coscienze Tedesco, nel rispetto del tema del Gff, l’acqua, ha dato vita ad un’altra opera che completa il tutto: un fusto di petrolio su cui ci sono in decollage alcuni pezzi sulle guerre per l’acqua e su ciò che saranno le crisi future ad essa legata insieme ad una serie di codici QR che rimandano agli articoli trovati durante le sue ricerche in merito alla petrolizzazione delle acque che le multinazionali hanno messo in atto in tutto il mondo.
Dott.ssa Erminia Pellecchia
Il Mattino – 8 agosto 2018
Tedesco Arte e politica al Catalogo
“Trump? Quoziente intellettivo Zero”
Il pop provocatorio del pittore di Giffoni cha ha conquistato Sgarbi
Ad accoglierti all’ingresso del “Catalogo” c’è una scultura mutila di braccia e capo, un Apollo relitto che pare sottratto ad una discarica. Inquieta quella grazia e bellezza che pur si intravede sotto lo strato di rifiuti, fogli di giornali e manifesti che avvolge il corpo statuario come una melma infetta. Percepisci subito che questa mostra dal titolo accattivante “In viaggio verso il futuro” invece provoca, vuole essere forte gesto di denuncia. E comprendi che la personale che la galleria di Lelio Schiavone ed Antonio Adiletta presenta fino al 10 marzo è diversa dalle altre finora qui viste, in cui il segno estetico prevaleva, pur mantenendo la linea etica mediata con Alfonso Gatto, il fondatore ideale dello spazio di via De Luca.
Piace la scelta coraggiosa di chiamare in scuderia un outsider del mercato dell’arte nostrano 8ben noto al contrario al pubblico internazionale) come Norberto Tedesco, classe 1966, svizzero trapiantato in quel di Giffoni Valle Piana, dove alterna la pittura all’opera di volontariato per i bambini in difficoltà e per le case famiglia. Piace questa esposizione di una ventina di opere con la tecnica alternata del collage e del decollage – la sua cifra dopo l’iniziale innamoramento del figurativo – che si innestano sulla scia del pop italiano di Mimmo Rotella e del noveau réalisme di Raymond Hains. Ma che alitano contemporaneità, scioccano per la dura bastonata alla società dei consumi e dell’apparire, senza più memoria né ideali. “L’uomo – si rammarica l’artista – guarda verso il basso non più verso l’alto. Perciò ho titolato l’installazione Formamentis, perché questa purtroppo è la forma mentis del nostro oggi”. E’ un’umanità demente che ambisce solo al potere ed al danaro e che il suo nuovo idolo in Trump, raffigurato da Tedesco come un zio Sam sulle macerie nell’opera che ha battezzato “I.Q.0”, quoziente intellettivo zero. “Con occhi attenti e critici, Tedesco osserva ciò che gli accade attorno – scrive Sgarbi che lo ha scoperto al Premio Celeste e poi lo ha voluto alla Biennale di Palermo – Non si discosta dal presente per cercare fantasiosi rifugi, ma lo affronta a piene mani. Egli crea opere-denuncia, frutto delle sue riflessioni nei confronti di una società che troppo spesso opprime, censura, denigra il passato e avvilisce ogni speranza>>. Un pessimista Tedesco? Un riformatore? Piuttosto un idealista <<in attesa dei sogni che verranno”, come recita il quadro autobiografico visibile al Catalogo. Che battaglia ancora per i valori non del tutto perduti, quelli che scavando al di sotto del pattume di egoismo, pulsano ancora. E’ questo il viaggio nel futuro che compie ed invita a compiere. Il messaggio, poetico, è proprio nell’opera che dà il nome alla mostra: in primo piano un uomo a metà, borghese in cravatta da un lato, nudo dall’altro. E’ in bilico. Come l’esistenza. Alle sue spalle, un altro uomo – o è lo stesso? – varca una porta, si allontana dalle tenebre, per raggiungere l’isola di utopia, pronto a ripartire. Purificato. Energia e passione trasudano i lavori visionari di Tedesco, E c’è la potenza di un “cristiano”, come si definisce, che crede nella verità, che lotta contro l’ingiustizia, che vede in Cristo lo spirito e la carne e nell’uomo il respiro del divino. Lo grida il bellissimo “Ritratto di Gesù” in frammenti, che si spoglia della ieraticità dei dipinti medievali e rinascimentali per farsi – al centro del volto lacerato c’è una fotografia recente – concreta presenza in mezzo a noi. “non giudica – sottolinea Sgarbi – ci osserva senza giudizio né critica”.
Dott.ssa Erminia Pellecchia
Il Mattino – 17 febbraio 2018
Il pop di Tedesco guarda al futuro
Sgarbi: «Opere-denuncia verso la società»
«Con gli occhi, attento e critico, Tedesco osserva ciò che gli accade attorno. Non si di-scosta dal presente, per cercare fantasiosi rifugi, ma lo affronta a piene mani. Sulla scia di Mimmo Rotella e Raymond Hains, egli crea opere-denuncia, frutto delle sue riflessioni nei confronti di una società che troppo spesso opprime, censura, denigra il passato e avvilisce ogni speranza, Tedesco è, però, un ottimista, crede nel prossimo, nel futuro e nella libertà di scelta, e ci invita a fare altrettanto». È Vittorio Sgarbi nel suo intervento critico a focalizzare l’attenzione su due aspetti fondamentali dell’arte di Norberto Tedesco, classe 1966, svizzero di nascita e italiano di adozione avendo scelto di vivere e lavorare da tempo a Giffoni Valle Piana.
Due caratteristiche che ne definiscono l’estetica e riguardano tecniche e contenuti della sua creatività: la predilezione per il linguaggio “pop” del collage-decollage e la consapevolezza di non eludere le sfide nichilistiche del presente per farne l’oggetto delle sue posizioni critiche che intessono tutte le opere. Antonio Adiletta e Lelio Schiavone, che da anni portano avanti la ricerca della Galleria Il Catalogo di Salerno, hanno scelto di puntare ancora una volta, quando la qualità del percorso creativo di un autore li attira, su un artista che rappresenta in qualche modo la fucina del territorio salernitano, bacino dove non mancano talenti. Nello spazio espositivo di Salerno, Tedesco approda con una mostra personale dal titolo “In viaggio verso il futuro” che sarà inaugurata sabato alle 11,30 e resterà aperta al pubblico fino al 10 marzo. Il lavoro che dà il titolo alla raccolta di una ventina di opere, realizzate nell’arco di tempo che va dal 2010 al 2017, è l’ «esempio emblematico della sua poetica… al centro dell’opera campeggia un uomo, in parte vestito con abito e cravatta, in parte nudo. A costui il mondo non garantisce nulla, la sua esistenza è, e sarà sempre, in bilico. Ma egli non si sconforta… e proseguirà dritto verso il futuro, sicuro del valore delle sue capacità» scrive Sgarbi. Tedesco entra nella sfida del contemporaneo e lo fa costruendo le sue immagini sia con frammenti, materiali vari e parti dipinte, sia modellando le sculture con gesso, bronzo e resina. Senza trascurare la fotografia e la progettazione grafica. È grazie a questi strumenti, che implicano la costruzione di un sistema segnico attento a tutte le sollecitazioni della realtà, che Tedesco entra appieno nel dibattito politico, sociale evitando di essere un artista appartato almeno nella scelta dei contenuti, così come la rivisitazione di icone, simboli anche religiosi, approda sempre a risultati sorprendenti, che fanno riflettere e spingono chi guarda le opere a porsi delle domande.
Appartengono a questa attualizzazione semantica i lavori in cui compare il volto di Gesù e che ancora Sgarbi presenta così: «Lungo la storia, Cristo ha assunto migliaia di volti, forgiati per lui dai seguaci, dai devoti e dagli artisti. Ognuno di questi volti gli appartiene, perché attraverso di essi egli è medievale, rinascimentale e contemporaneo insieme. Questo suo essere uomo e Dio, di oggi come di ieri, è perfettamente espressa nell’opera Ritratti di Cristo di Norberto Tedesco… egli compone il volto del Figlio con frammenti di icona, di affresco, di foglia bronzea e di dipinto su tavola. Mentre per il corpo vi pone una fotografia, rendendo, così, la sua presenza tra noi concreta, sebbene idealmente».
La Città 15 febbraio 2018
L’evento inaugurale del nuovo anno della galleria salernitana Il Catalogo, di Lelio Schiavone e Antonio Adiletta, è stato affidato all’artista Norberto Tedesco. Oggi, alle ore 11,30, verrà vissuto il vernissage di una mostra che raccoglierà una ventina di opere dell’artista svizzero, trapiantato a Giffoni Valle Piana, presentato da Vittorio Sgarbi alla prestigiosa biennale di Palermo. Artista figurativo, Tedesco, per la mostra della galleria Il Catalogo, presenterà creazioni nate dalla sua incursione nel collage e nel decollage, sulle tracce, ben evidenti, di Rotella e Hains. È in questo ambito che ricorre a simboli del rinato contesto, sia urbano che familiare, trovando così un modo operativo nella contaminazione dell’arte dalla realtà. La sua ricerca lo porta quindi a rimodulare il poster in ogni modo possibile: quale unità di partenza per lo studio dell’aspetto materico che esso assume a contatto con la tela grezza, quale particella elementare per la costruzione di un immaginario astratto e quale studio della forma che va a costituirsi sul retro del manifesto. Gesti al posto di pennelli, lembi di carta lacerata al posto di colori. E’ questo, un modo diretto per affrontare il mondo, impressioni del reale sull’artista che trasforma in negativo la posizione del genio moderno che incarnavano gli espressionisti astratti. L’artista è, innanzi tutto, un ricettore: nell’artista la società imprime se stessa, l’artista è “impresso” dall’arte, di cui non è più in grado di definire le forme, ma soltanto i vettori, aspirando ad un livello di passività sempre più alto nell’elaborazione della creazione ma, al contrario attivissimo nella sua ricerca di immagini, oggetti e testimonianze, da “combinare”. Eccolo il portento operativo di un artista che sa trasformare un prodotto con una sua potenzialità massmediatica in un’opera d’arte vera e propria. Perché Norberto Tedesco sceglie con estrema cura i soggetti, non va certo a caso, guidato da un gusto preciso per modalità cromatiche, per qualità degli oggetti rappresentati, per il valore dei messaggi riproposti. Avremo un’ampia fenomenologia circa l’uso e il trattamento di un’immagine strappata; dall’operazione dello strappo alla ricomposizione di una immagine che abbia senso, da pittore, si tratta pur sempre di proporre un’immagine che avesse una sua identità forte al proprio interno. Per questa via abbiamo la costruzione di un sogno impossibile e della bellezza irraggiungibile. Tedesco, come Rotella non trasforma queste immagini in luoghi critici. Da questa realtà dinamica, l’artista seleziona inquadrature, preleva frammenti, che propone su diversi supporti. Mostra immagini che assumono il carattere di rivelazioni e al contempo di demistificazione del nostro mondo. Tedesco si mostra consapevole dei cambiamenti sociali in atto, conscio del potere acquisito dall’immagine e la sua creatività, si presenta quindi come espressione del “radicamento nella coscienza realista moderna di una iconografia originale, capace di inserirsi in un contesto tradizionale, senza rinunciare allo spirito nuovo, alla rivoluzione di un modo di guardare che essa incarna.
Dott.ssa Olga Chieffi
Le Cronache 16 febbraio 2018
Caro Norberto devo dire che il paragone con Villeglè è proprio azzeccato. Sai tu al tempo potevi tranquillamente far parte del Nouveau Realisme, Pierre Restany sarebbe impazzito per le tue opere.
Riguardo a questa tua realizzazione la trovo straordinaria. In maniera del tutto unica hai saputo ricollocare la figura creandole un habitat su misura, lo strappo diviene l’emblema di una ricerca che attraverso diverse giustapposizioni ritrova la sua già concreta idea di un pensiero nato nella tua mente e riportato in scena. Ottimo lavoro!!!
Dott. Salvatore Russo
Critico e consulente artistico
Visitando il suo sito, ho molto apprezzato soprattutto le opere di contestazione sociale, che sfidano le convenzioni estetiche ed etiche del presente per risvegliare la coscienza dell’osservatore.
Daniela Pronesti
La tua opera dedicata a Trump è fantastica.. Cruda.. Con il sangue che scende dalle righe della bandiera americana… Eccezionale davvero sei un artista fantastico, cruda come è la realtà delle cose, il paperino col cappello militare dice tanto. L’arte serve a comunicare più che a parole!
Mario Giannattasio.
Sai che apprezzo la tua arte e il modo in cui dai forma colore e emozione al tuo infinito dialogo interiore subito il mio occhio è andato all’immagine di paperino sullo scudo a stelle e strisce
con la viso impegnato in un sorriso fine a stesso, senza senso mentre quello d spalle, credo si Trump, contempla i risultato di un disegno contorto per conquistare il potere…il presunto potere di dominare la vita la presunzione di questi personaggi di uno osceno cabaret delle assurdità…ma che credono nelle loro bugie fino a farle diventare macabre realtà di cui ne guardiamo lo scorrere delle immagini catatonico e con il pensiero di sottofondo che non te ne frega niente…come tutto fosse perduto e continui a navigare nel marasma dell’ indifferenza mentre un sottile vocina inconscia ti lascia nel sottofondo un eco che ti rimbomba nel silenzio di una strana attesa hai smosso il mio pensiero grazie.
Dott.ssa Laura Malangone
Norberto, come sempre sorprendi. La tua opera è diretta, palese. Uno schiaffo violento all’indifferenza è all’ arroganza di chi ( Trump) pur di ” impossessarsi” del grande potere e di dire:” IO SONO IL RE” gira le spalle ad una umanità sofferente. Il potere a tutti i costi! Nelle macerie vedo il suo operato: violento ed implacabile. IO SONO, dice il “re fantoccio”. Hai agitato le mie emozioni. Bella, intensa, forte, arrabbiata e allo stesso tempo sofferente, fortemente emotiva. Ti sto scrivendo cercando di dare parole a tutte le emozioni contrastanti che cercano di emergere forti ed impazienti. Grazie, grazie dai voce, attraverso la tua arte a tanti . Non so se nelle tue intenzioni c’era tutto questo, ma d’ istinto è ciò che sento.
Dott.ssa Sofia Rinaldi.
Ciao Norberto, mi sono preso qualche minuto per osservare bene le tue opere. Beh che dire: l’opera sulle figlie di Danilo rientra più nel tuo stile, la trovo realmente significativa con una ricerca che mantiene intatto il suo valore. Ottimo lavoro. Poi l’opera su Trump, questa è realmente geniale. Mi piace tantissimo la tua rielaborazione dell’opera e gli elementi da te utilizzati. Lui di spalle e paperino sul suo scudo, lui come lo zio sem. Eccezionale
Dott. Salvatore Russo
Critico e consulente artistico
Caro Norberto, la tua opera e’ di grande impatto, mi piace molto.
Purtroppo dal mio iPad non riesco a cogliere le immagini dei ritagli, per cui mi è difficile dare una interpretazione precisa. Non vedo l’ora di vederla da vicino e osservare con attenzione ogni centimetro quadrato. Comunque e’ interessante lo spunto che ti ha consentito la realizzazione del tuo lavoro, il fascino del processo creativo che ti porta a destinazione … Al compimento dell’opera.
Dott. Salvatore Colantuoni
Non potevi onorare meglio una così bella poesia! I versi da te rappresentati si vedono tutti, parola per parola. Norberto mi hai nuovamente emozionata. Adoro questa poesia di Neruda e tu sei stato capace di toccarne le corde, quelle più profonde. L'”andare oltre” della strofa… seppure con dolore,qui acquista una leggerezza quasi eterea. È come se il peso della sofferenza lasciasse il posto ad un desiderio di leggerezza dell’anima che in quel momento vuole lasciare quel dolore e lo fa con una delicatezza estrema. Grazie per avermi dato questo onore. Meravigliosa opera! Sarò ripetitiva ma tu qui sei sprecato! Ti abbraccio.
Dott.ssa Sofia Rinaldi
Il signor Norberto è un piccolo riccio curioso, intraprendente ma allo stesso tempo timido e impacciato. All’esterno sembra spinoso, pungente, chiuso e scostante. Il suo sguardo trema come le sue mani per eccesso di energia inesplorata. Poi ti capita di vederlo rivolto sulle sue spine pirandelliane. E ti accorgi che quell’essere spinoso altro non è che un tenero bambino con la barba. Si perché quegli aculei altro non sono che la barba che lui si è fatta crescere per dire al mondo “io sono adulto”!!! Ma poi c’è la voce intima dello sguardo che racconta a chi lo sa capire “il mio animo d’artista è la mia speranza di credere che il bello non è solo un’esperienza metafisica ma un aspetto reale della vita”. Norberto è un arcobaleno interno che veste di nero…
Dott.ssa Laura Malangone.
Si tratta di un’interessante ricerca dove la tecnica digitale è coniugata con quella del collage. Ne risulta un’opera di ineccepibile esecuzione, che ben si avvale delle potenzialità espressive delle nuove tecniche di elaborazione visiva.
Proff. Paolo Levi
Ieratico e imperturbabile ci osserva, senza giudizio né critica. Egli è il Figlio di Dio, ha cambiato e salvato il mondo che dal Padre gli venne affidato, e si è offerto a noi. Lungo la storia, Cristo ha assunto migliaia di volti, forgiati per lui dai seguaci, dai devoti e dagli artisti. Ognuno di questi volti gli appartiene, perché attraverso di essi egli è medievale, rinascimentale e contemporaneo insieme. Questo suo essere uomo e Dio, di oggi come di ieri, è perfettamente espressa nell’opera Ritratti di Cristo di Norberto Tedesco, Artista esperto e visionario, egli compone il volto del Figlio con frammenti di icona, di affresco, di foglia bronzea e di dipinto su tavola.
Mentre per il corpo vi pone una fotografia, rendendo, così, la sua presenza fra noi concreta, sebbene idealmente.
Norberto Tedesco, classe ’66, è svizzero di nascita, ma dall’età di sei anni vive in Italia, a Giffoni Valle Piana. Mosso da stimoli artistici fin da giovanissimo, ha proiettato i suoi studi verso di essi, fino ad arrivare a Roma per frequentare l’Accademia delle Belle Arti.
Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Ha, inoltre preso parte a diversi Premi d’Arte, riscontrando plausi e apprezzamenti dalla critica, dal mercato e da importanti personalità, per la compiutezza e, soprattutto, per le tematiche sociali che le sue opere affrontano.
Curioso ed eclettico d’animo, Tedesco si è affacciato su diversi bacini di pensiero, avvicinandosi a stili e tecniche spesso in contrasto fra loro.
Ma è nel figurativo che il suo spirito si appaga maggiormente; egli lo affronta sia in pittura, alternandosi con sicurezza tra oli, acrilici, gessetti e carboncini, lavorando su tela, carta e legno; sia in scultura, dove adotta gesso, bronzo e resina; sia nella fotografia e progettazione grafica, realizzando interessanti collage e décollage.
Con occhi attento e critico, Tedesco osserva ciò che gli accade attorno. Non si di-scosta dal presente, per cercare fantasiosi rifugi, ma lo affronta a piene mani.
Sulla scia di Mimmo Rotella e Raymond Hains, egli crea opere-denuncia, frutto delle sue riflessioni nei confronti di una società che troppo spesso opprime, censura, denigra il passato e avvilisce ogni speranza, Tedesco è, però, un ottimista, crede nel prossimo, nel futuro e nella libertà di scelta, e ci invita a fare altrettanto, ripartendo dai valori più puri. Esempio emblematico della sua poetica è in Viaggio verso il Futuro; al centro dell’opera campeggia un uomo, in parte vestito con abito e cravatta, in parte nudo. A costui il mondo non garantisce nulla, la sua esistenza è, e sarà sempre, in bilico.
Ma egli non si sconforta, l’espressione è concentrata e la posizione tronfia, e proseguirà dritto verso il futuro, sicuro del valore delle sue capacità.
Di forte impatto sono le sue pitture. Con tinte stridenti di luce e pennellate corpose, l’artista sembra quasi incidere sulla tela i tratti dei suoi soggetti; volti e corpi, parti di uomini e donne, che trasudano energia e passione.
Prof. Vittorio Sgarbi
“La mostra è bella … Ma molto impegnativa, cioè di difficile comprensione. Animus e Anima si fondono alla ricerca del trascendente! Animus è il maschile e l’Anima è il femminile che si fondono alla ricerca di Dio presente in ogni stanza del cuore, racchiuso nell’albero della vita! Complimenti”
Dott. Massimo Santoro
“Ciao Norberto,finalmente stamattina sono stata al Fellini a vedere la mostra (solita ritardataria). Bella da morire!!!! Le tue opere sono intense, vive. Ho percepito l’amore in ogni singolo dettaglio. Hai riempito di gioia una mia mattinata molto particolare. Te l’ho già detto e lo ribadisco: “Meriti tutto il successo del mondo”!!! Devi esporre anche altrove! Un abbraccio”
Dott.ssa Sofia Rinaldi
Sicurezza, colori, sensi, trucco, quotidianità, persona, etichetta, tempo, equilibrio, nonni, strada, figlio, senno? Verginità … La pittura di Norberto è un elenco infinito che non stanca mai.
E’ una catena umana fatta di abbracci, stracci e migranti. E’ la solidarietà istintiva, è la merenda preparata ai bambini con le lacrime agli occhi gonfi di rabbia e gioia che non c’è. La condivisione di vizi e virtù, e il terreno che scivola sotto i piedi, è l’inverno in cerca di un porto in cui attraccare. Blocchi di cemento bilanciano il destino, dettano il tempo della navigazione verso l’ignoto. E’ una parola necessaria senza remore. Insieme senza esserlo davvero. E’ il destino riluttante delle razze non riconosciute.
E’ pittura all’insaputa dell’uno e dell’altro in un destino comune senza frontiere e gravità. Un foglio non appartiene a chi lo scrive ma alle persone che lo leggono, è un centesimo di umanità, una frazione di epoche senza reazioni. La pittura è un privilegio a beneficio di tempo e persone. La terra e il corpo hanno la testa sotto le stelle, si mescolano alla via Lattea ogni sera mentre un cane abbaia alla luna. L’arte del maestro è un punto e una virgola, un punto esclamativo e quello interrogativo. La pittura nel bel mezzo di due parentesi.
Le opere pittoriche sono un evento in collaborazione con un regista dal volto sfigurato, non c’è più distanza fra la superficie della strada e quella della nostra anima.
Tutto questo è Norberto, un insieme di cose inspiegabili rese possibili dalla sua arte, un groviglio di pance vuote in cerca di cibo e benessere. Gli occhi pesti dalla vergogna, i cori nella curva del male, lo stadio vuoto che si riempie di cose becere. Il porto franco di una politica senza logica, i banchetti vuoti disertati dal potere. Il maestro dipinge come un puzzle attaccato, incollato provvisoriamente con lo scotch e un po’ di saliva, la semplicità è un dono divenuto arte.
La pittura è un insieme sull’asfalto, due piedi che corrono, il cronometro scorre come sempre tiranno e nemico, la tela intanto si riempie di un’anima terrena e nemmeno troppo visionaria.
Ode al maestro, ode ad una vita con le mani imbrattate di colori unici.
Dott. Antonio Montefusco
Un’opera “Crescere”, creata dal Maestro Norberto Tedesco, tramite la computer grafica, il collage e il decollage. Si tratta di un’attenta e geniale rielaborazione di una foto che ha per protagonista una giovane donna seduta sulle scale. Il Maestro rielabora la scena, e attraverso la sua indagine, ricolloca nel tempo e nello spazio la figura.
Dott. Salvatore Russo
The Best Modern and Contemporary Artist 2014
EA editore
Composizioni visive che hanno nell’assemblaggio geniale la loro caratteristica principale.
Norberto Tedesco presenta all’osservatore le sue nuove narrazioni visive. Complesse visioni che trovano nell’elaborazione del segno la loro linea guida.
Il colore dialoga visivamente con il bianco e nero e compone quello che a mio avviso sono visioni geniali.
Qualcosa di mai visto, nascere sulla tela. Il Maestro dà vita ad una sorta di genialità che viene alla luce.
Le argomentazioni visive di Tedesco hanno la stessa forza evocativa di quelle dei grandi Maestri del passato.
Ancora più significative delle opere di Mimmo Rotella e Jacques Villeglè, le opere di Tedesco sono destinate a rimanere in quella memoria collettiva che sovrasta ogni tempo.
Dott. Salvatore Russo
Segnalati 2013 EA editore
Gentilissimo Signor Tedesco,
ho scoperto le sue opere nel lontano 2011, alla Biennale di Scandiano, dove sono rimasta molto colpita dal suo stile, che riesce ad innovare la tradizione attraverso personalissime intuizioni, capaci di emozionare e coinvolgere lo spettatore. In quell’occasione ho annotato il suo nome e, dopo aver fatto altre ricerche in rete relative al suo lavoro, ho deciso di scriverle non appena potessi proporle un progetto importante, che penso le possa interessare.
Silvia Arfelli
Direttore Artistico Italian Method 2
Fortemente attivo nel mondo dell’arte non solo come pittore, l’artista utilizza le più svariate tecniche, acquisite e rese sempre più personali grazie ad una grande esperienza, realizzando opere singolari e stupefacenti in cui la misticità si unisce alla modernità e in cui il collage diventa non solo materico ma anche spirituale, volto a coniugare diversi punti di vista. L’espressività dei volti è resa con forza cinematografica; non si tratta di semplici espressioni immortalate come in fotografia, ma di sguardi che si stagliano in un fotogramma di un film; come il “Ritratto di Gesù”, che ha un suo inizio e una sua continuazione nel tempo, è dinamico, misterioso, triste, raccolto in grandi pensieri, una sorta di Mona Lisa in chiave post-moderna, sospesa tra dimensione reale e surreale. Come la più celebre figura di tutti i tempi custodiva il suo segreto celato dietro al sorriso, il Gesù di Tedesco Norberto, custodisce dentro sé un elemento non comune che, irraggiungibile, diventa attrazione per ogni spettatore che si pone davanti all’opera, contemplandola.
Dott.ssa Letizia Lanzarotti.
Over Art
I suoi colori sono misteri attraenti, colpi d’emozione che prendono vita su una tavolozza, su un pezzo di legno, e più semplicemente, come spesso avviene, su un foglio di carta. L’arte e Norberto Tedesco, si incontrano e vanno a braccetto ogni giorno lungo i viali della vita. La pittura dell’artista giffonese si ciba di modernità ogni giorno con una particolare attenzione a ciò che accade intorno. Un tuffo quotidiano indispensabile per chi vuole proporre nuove idee.
Dott. Antonio Montefusco
Il Resto Del Carlino
La tavolozza e il pennello, sono i fedeli compagni di viaggio di una persona che ha deciso di dedicarsi alla pittura. Norberto Tedesco è un artista a modo suo, la sua creatività supera i confini dell’ovvietà racchiudendo in sé la modernità del quotidiano e l’attualità dei nostri tempi. Le sue tecniche sono un continuo stupire, ma soprattutto materia di confronto spettatore – autore, un dialogo continuo in cerca di nuovi confini da varcare.
Dott. Antonio Montefusco
Il Resto Del Carlino
Il Capo dello Stato ha ricevuto la stampa che Lei ha inteso fargli pervenire, giunta gradita anche per le sentite espressioni di orgoglio per la condivisione delle origini campane. Nel suo lavoro grafico – Che Lei definisce, lucidamente, “manifesto di meditazione” – trova espressione visuale una coscienza acuta della nostra attualità, che tuttavia non rinuncia a saldarsi all’affermazione dei valori più autentici dell’appartenenza e dell’identità nazionale. Esigenze imprescindibili, da trasmettere con passione e dedizione instancabile alle giovani generazioni, per costruire il nostro avvenire di cittadini europei con la consapevolezza salda e forte di un patrimonio culturale e civile unico al mondo. Nell’auspicio che il Suo lavoro possa acquistare sempre maggiore centralità nella Sua vita, l’occasione mi è gradita per farLe pervenire saluti cordialissimi e un augurio di sereno avvenire.
Dott. Fabrizio Nevola
Consigliere Capo Servizio Segretariato Generale Della Presidenza Della Repubblica
Più complesso di Mimmo Rotella. Più raffinato di Jacques Villeglè. I decollages ci narrano la nuova realtà contemporanea. Una realtà fatta essenzialmente di contraddizioni visive e di segreti di Stato.
Una realtà basata sull’ingiustizia sociale e sul forte potere burocratico. Una realtà aliena ai problemi dell’Uomo e incapace di porre rimedio ai suoi sbagli. Nei suoi decollage troviamo la sua storia. Norberto parte da essa per andare a esplorare il mondo. Si arriva così a vere e proprie narrazioni dal sapere giornalistico. Tedesco ci racconta delle vere e proprie storie di vita. L’uomo metropolitano che ogni giorno è bombardato da notizie e fatti di cronaca. Un uomo che codifica e decodifica messaggi provenienti dal mondo esterno. Le sue opere che pongono l’accento su problematiche reali, legate alla “salvaguardia” dell’uomo.
Dott. Salvatore Russo
Centro Diffusione Arte, Boe magazine, Over Art
Le ragioni della pittura in Norberto Tedesco sono da ricercare nell’amore dell’artista per essa. Tedesco è un inguaribile visionario, sempre sul pezzo, ma soprattutto disarmante nel suo modo di attrarre l’estasiato spettatore delle sue opere. Il confronto con la realtà, l’armonia dei suoi colori, mai banali, sono il segreto della sua crescita artistica.
L’arte di un pittore giffonese che vuole partire alla conquista di un altro mondo, non lontano, ma più vicino di quanto noi pensiamo.
Dott. Antonio Montefusco
Il Resto Del Carlino
L’elevata fattura stilistica dona all’intento rappresentativo un eccelso valore narrativo.
L’Artista con la sua verve compositiva concretizza il lirismo del messaggio.
Redazione critica
Centro Diffusione Arte
Ritengo che sul piano simbolico lo stile narrativo del lavoro di Norberto sia molto poetico; si avverte nelle sue opere il desiderio di stimolare nello spettatore una riflessione profonda del senso della Vita e dell’Uomo e della necessità di rapportarci tra noi e con ciò che ci circonda superando gli egoismi e le superficialità.
Il valore economico dei suoi lavori non è facile da definire perché le tecniche utilizzate sono molte e estremamente diverse tra di loro, dalla computer grafica all’olio. Semplificando possiamo dare un valore ai suoi lavori variabile tra gli 800 e i 2.000 euro.
Dott.ssa Marina Zatta
Soqquadro
Ancora una volta la figura umana diviene la protagonista dell’estro creativo di un valido maestro d’arte quale è Norberto Tedesco.
E così l’uomo e i suoi sentimenti, atteggiamenti e passioni dialogano con il segno ed il colore prendendo forma d’arte composta ed elegante.
Circondati da una luce naturale e ritmata che ne enfatizzano l’espressività, i volti narrano storie palesi o accennate, con naturalezza ed eleganza arricchendo i protagonisti con una ben definita personalità.
Dott. Dino Marasà
Effetto Arte
Valida interpretazione artistica, attraverso la quale l’artista comunica la complessità degli impulsi che conducono a meandri di un mondo interiore.
Proff.ssa Francesca Biondolillo
Centro Diffusione Arte
In recognition of your participation in the World Trade Center Site Memorial Competition and the valuable contribution you have made to honoring all those who lost their live sto terrorism on February 26, 1993 and September 11, 2001.
LMDC Remember Rebuild Renew
World Trade Center Memorial Competition
Il linguaggio della pittura è un idioma universale in ogni parte del mondo.
Si può comunicare con la pittura abbattendo le frontiere, non importa la latitudine in cui ti trovi, il verde sarà verde sia che tu sia a Roma o Pechino, altrettanto con il giallo e il nero.
La pittura: è questo il linguaggio che usa per comunicare l’artista giffonese Norberto Tedesco diplomatosi al Liceo Artistico Andrea Sabatini e frequentazione all’Accademia di Belle Arti di Roma.
La pittura come mezzo per esprimere le proprie emozioni, gli stati d’animo e le idee.
Una tela, un pennello e una scatola di colori, tre piccoli oggetti che hanno cambiato la vita di Norberto, fin da bambino, mentre cresceva, nasceva in lui la passione per l’arte intesa come disegno, diventata poi pittura e scultura negli ultimi anni.
Norberto attraverso le sue opere descrive la sua libertà, quella di tutti noi, di come siamo capaci di ricevere e donare felicità.
Una pittura senza vergogna, piena di emozione e senza la schiavitù del tempo, quadri che fanno fiorire l’energia intorno a noi, opere che parlano al visitatore, regalano un’emozione intensa, viva, colma di libertà, ma anche riflessione sul prossimo.
Ogni quadro parla agli uomini, si interroga sull’espressione dei loro volti e su ognuno di essi traccia un messaggio.
La pittura come idioma universale, per sé, per gli altri, un linguaggio comune espresso con i colori, a volte accesi altre spenti.
Dott. Antonio Montefusco
Il resto del Carlino
Avevo già espresso la mia opinione, ma la ripeto.. L’agricoltura può fare a meno delle tue mani, mentre l’arte ha tanto bisogno delle tue mani! Complimenti!
Dario Attisano
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