L’Italia è quel paese che da sempre ha poca cura e rispetto per i suoi miti, e fin troppo ne ha per i cialtroni, e in questi giochi di “potere & comando” si specula persino col povero “Caravaggio”. In una sorta di continuità alla sua vita tormentata conclusa con i suoi resti mortali (con alta probabilità) in una fossa comune. L’ artista che più di chiunque altro seppe rendere visibili, concreti e comprensibili per tutti i vangeli non ebbe la sepoltura che meritava. Ma il gioco della speculazione politica ha voluto perpetrare questa offesa fino ai giorni nostri e così i presunti resti del MAESTRO (malgrado la spesa di 110 mila euro di fondi pubblici) hanno trovato posto in un orribile sarcofago “girovago” dall’aspetto cementizio sul quale non hanno ritenuto opportuno mettere il nome del MAESTRO ma hanno trovato il posto per un orribile “scultura” che dovrebbe riprodurre il suo famoso cesto di frutta. Ben di altra natura e bellezza dovrebbe essere la tomba che ospita un MITO che ha reso divini molti altari. Ho voluto immaginare il suo luogo di riposo tra le sue opere e sormontato dalla prima opera sulla conversione di Saulo, l’immagine perfetta per raccontare il perdono che Dio concede prima di accoglierlo al suo figlio tormentato, che più di altri ha saputo rendergli omaggio. Un cenotafio virtuale in mancanza di uno reale.
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