Lettera aperta di un papà ad un “patrigno”..
Per “nominarti” voglio prendere in prestito un appellativo di un personaggio di Paolo Villaggio, perché con te non si può usare nemmeno il termine patrigno.
Immonda merdaccia meglio sarebbe stato per quella fanciulla nascere orfana di padre anziché avere te come genitore, e quale spreco di “fiato” è stato per quella fanciulla usare la parola papà che semmai è stata anche la sua prima parola. E’ molto probabile visto la merdaccia che sei che questo non è il primo dolore che dai a quella ragazza, ma sappi che tu gli hai tolto molto di più di quello che gli hanno tolto quei pezzi di merda che hanno approfittato di lei, il dolore che tu gli hai procurato rischia di non poter essere mai curato rimanendo per sempre una ferita aperta. Sappi I. M. che il compito di un padre e proteggere i propri figli, anche da se stessi, il compito di un padre è sperare che il mondo in cui si avventurano i propri figli sia un mondo dove una ragazza se pure fosse ubriaca trovi ragazzi che prendendosi cura di lei le evitino guai e non si approfittino della situazione, un padre degno di questo nome è lì pronto in attesa per accogliere tra le braccia la figlia e stringerla facendola sentire al sicuro.
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